Un digital garden non è propriamente un blog, anche se gli somiglia molto. È piuttosto una raccolta di testimonianze di uno studio personale in costante evoluzione. Questo raccoglie tutti i miei appunti riguardanti l'Arte Generativa, sia visuale che acustica, e le applicazioni digitali legate alla sua pratica.
Non aspettatevi una collezione organica: è solo un block-notes di appunti, reso pubblico con l'intento di restituire in rete quanto dalla rete ho ricevuto in questi anni. Grazie all'open source e alla generosità di tanti sviluppatori e artisti digitali di talento ho potuto approfondire le mie capacità tecniche ed affinare quelle espressive ad un livello che, per quanto superficiale, mi sarebbe stato impossibile raggiungere prima dell'avvento di internet.
I social network e le intelligenze artificiali sono spesso al centro di grandi polemiche per la loro azione diseducativa ed è fuori discussione che siano tra i primi responsabili di un progressivo imbarbarimento della nostra società. Ma l'arma che ferisce è la stessa che sana e a chi ha sufficiente curiosità e voglia di imparare la rete e le sue comunità aprono le porte di una biblioteca sconfinata, libera e in perenne fioritura.
La scelta tra dedicare il nostro tempo a foto di piedi e gattini, bufale e polemiche oppure ad imparare a dipingere digitalmente o a suonare un sintetizzatore modulare, è solo nostra. Tutto è possibile with a little help of my friends e gli articoli e i podcast che troverete qui dentro non ambiscono ad altro che ad essere un minuscolo aiuto per chi volesse cominciare ad usare un computer come strumento creativo (oltre che aiutarmi a ricordare procedure che spesso dimentico).
Quando frequentavo il Tempio Bukkosan Zenshinji, il Maestro Engaku Taino ci raccontava spesso di quanto la pratica artistica in Giappone fosse intesa in un modo differente da come avviene qui. Anche in Giappone ci sono gli Artisti con la A maiuscola che fanno solo quello nella vita e sono giustamente legati ai valori del mercato e del successo. Ma l'educazione alla pratica dell'Arte (qualunque essa sia) è parte integrante della vita giapponese (o per lo meno, lo è stata). Prendere un té a casa di qualcuno poteva significare passare il pomeriggio insieme a scrivere poesie o a dipingere, anche senza essere poeti o pittori di professione.
Praticare le Arti rende gli uomini migliori e la vita più piacevole e oggi col computer, è più semplice per chiunque praticare ogni forma d'arte, da soli o in compagnia di amici anche molto distanti. Spero che questi materiali possano essere di qualche aiuto a chi vorrà provarci.
Davide Riboli